sabato 30 maggio 2020

Grissini intrecciati


Avere le mani in pasta è una delle attività più rilassanti e gratificanti per me. Adoro tutti i prodotti della panificazione, al punto da avere panificato un’intera stagione con il lievito madre: dopo la preparazione di un’infinità di panettoni e pandori ci avevo talmente preso la mano che avevo trasformato la cucina in una panetteria, con grande soddisfazione per il palato ovviamente. Ma purtroppo la mancanza di tempo mi ha fatto mettere da parte da un po’ quella straordinaria abitudine ma un giorno, chissà ci potrei riprovare. Intanto oggi ho preparato questi deliziosi grissini, friabili e grassocci, più leggeri dei classici grissini perché privi di grassi nell’impasto, ottimi come spezzafame ma squisiti accompagnati ad un antipasto di salumi misti o di conserve di verdure. 


La bellezza di preparare questi prodotti in casa è che si può personalizzare la ricetta a proprio piacimento, usare la farina che preferiamo e anche la copertura per noi più gustosa, io qui ho utilizzato pepe nero e semi di sesamo ma potete usare anche solo il sale, aghi di rosmarino, semi di papavero, di zucca o di lino.

giovedì 21 maggio 2020

Busiate trapanesi con bottarga e asparagi


Tipico formato di pasta del trapanese, le busiate si riconoscono per il loro formato a spirale e derivano il nome dal termine “bus”, che in arabo indica la canna attorno alla quale vengono avvolti i pezzetti di pasta prima dell’asciugatura. Non si può visitare l’estrema punta occidentale della Sicilia e non mangiare almeno un piatto di busiate, condite con un corposo sugo di pesce o con il persistente pesto alla trapanese a base di aglio. In quest’altro post avevo pubblicato la ricetta della pasta, se volete cimentarvi con la sua preparazione in casa, altrimenti scegliete un prodotto di qualità meglio se artigianale, come quello che si può trovare nei tanti panifici della zona. Grazie alla loro particolare forma, le busiate si prestano soprattutto ad accogliere sughi robusti ma sono veramente versatili e potete sbizzarrirvi con qualsiasi ingrediente che vada a nozze con questo tipo di pasta dalla consistenza tenace. Nella mia ricetta ho scelto di abbinarle con una verdura di stagione come gli asparagi e con un altro prodotto tipico del trapanese, la bottarga di tonno, ottenendo un primo piatto privo di cremosità ma che per contrasto esalta a meraviglia la sapida sabbiosità della polvere di pesce, il piccante degli asparagi e il profumo del grano, il tutto avvolto da un semplice aromatico filo di olio siciliano.  

venerdì 15 maggio 2020

Bagel al salmone affumicato, robiola e rucola


Dopo i muffin al cioccolato continuo con un’altra ricetta must dei migliori brunch ma anche piatto forte di un picnic all’aria aperta. Sarà la voglia di tornare presto ad una vita fatta di quelle piccole cose che ci facevano felici e che davano per scontate ma mi rendo conto che anche in cucina in questo momento ho voglia di sperimentare ricette allegre, che abbiano il sapore di una libertà che speriamo di potere presto riconquistare.
Riconoscibili all’istante per la loro forma a ciambella, i bagel sono una delle varietà di pane della tradizione ebraica, originari della Polonia - dove sono anche un simbolo di buon augurio in occasione delle nascite - e diffusi ben presto in tutti gli Stati in cui gli ebrei polacchi fondarono delle comunità numerose, come Germania, Regno Unito, Canada e Stati Uniti. 


Altra loro importante caratteristica è la doppia cottura, prima in acqua bollente e successivamente in forno, che li rende soffici all’interno e con una bella crosticina dorata all’esterno. Il tocco finale è la copertura di semi in superficie, papavero, sesamo o cumino quelli più utilizzati. Estremamente versatili, si prestano a infinite varianti nella farcitura e negli abbinamenti. Io ho scelto un accostamento classico, salmone affumicato, formaggio e rucola,  ma secondo me azzeccato per questo tipo di pane che racchiude ed esalta alla perfezione la  morbidezza della robiola e il gusto deciso del salmone affumicato.

sabato 9 maggio 2020

Muffin al cioccolato


Per una ripartenza come si deve non potevo non scegliere una ricetta stragolosa, ricca di cioccolato, morbida al morso e persistente nell’aroma. Ho conosciuto la versione originale di questo dolce nel mio periodo di permanenza nel Regno Unito, la patria dei muffin. La storia di questi dolcetti risale al XVI secolo quando venivano preparati con avanzi di pane e frutta e consumati dalle classi più povere, divenendo solo con il passare del tempo il migliore accompagnamento del thè della nobiltà inglese. Tanto divennero apprezzati in tutto il Paese che venivano venduti per strada dai “muffin men”, annunciati dall’allegro suono di campanelle. In origine così piccoli da essere mangiati in un solo boccone, come ben si addiceva alla morigeratezza delle classi nobiliari, i muffin divennero extra large nella dimensione e nel gusto nel passaggio dal Regno Unito agli States arricchendosi di spezie, zucchero, frutta secca e divenendo più burrosi e dolci che mai. Io ne ho scelto una variante davvero golosissima, scegliendo una ricetta originale ricca di cioccolato e cacao. 


Otterrete 12 burrosi e profumatissimi muffin, ottimi a colazione, magari accompagnati da un cappuccino a regola d’arte ma squisiti anche a merenda o, come piace a me, come coccola dopo cena.



lunedì 4 maggio 2020

Fearless Girl


Quasi tre anni sono passati dall’ultimo post pubblicato sul mio blog. Perché ho smesso di scrivere qui non saprei dirlo, anche se non ho mai smesso di cucinare. Sono stati anni intensi, di vita vissuta appieno ma anche di costante messa alla prova e di faticosi ostacoli, di ricerca di soluzioni e di coraggio, di trasferte per esami e concorsi, di traslochi, di ignobili sabotaggi ad opera di gente moralmente gretta e insana, di lacrime e risate, molto più le prime che le seconde, in realtà, nell’ultimo anno.
 
E poi la prova più difficile di tutte quattro mesi fa.
 
Credo che molti come me abbiano più di un compleanno da festeggiare, una seconda data nel calendario che segna una nuova rinascita, perché è vero che si nasce una volta sola ma si rinasce ogni volta che la vita ci vuole dare un’altra possibilità e noi accettiamo di coglierla. E io l’ho fatto ancora una volta anche è stato difficilissimo. E, mi dispiace dirlo, ma servono a poco le parole di conforto e la vicinanza di chi è rimasto a volerci ancora bene, non servono a niente neanche i farmaci, nessuna cura, nessun gesto e nessuna parola ti salverà se tu non vuoi salvarti. E non puoi neanche prevederlo che arriverà un momento del genere e mettere da parte una scorta di coraggio e buona volontà prima che accada l’impensabile perché la vita si dimostra crudele con te quando meno te lo aspetti, anzi proprio nel bel mezzo della creazione di progetti grandi e belli, proprio quando ti aspetti dalla vita il contrario dell’incubo che ti trovi a vivere. Un giorno all’improvviso la mia vita è stata stravolta, i miei punti di riferimento non c’erano più, i miei progetti stracciati e buttati al vento, la mia stessa esistenza mi sembrava che fosse stata cancellata.
 
La reazione immediata è stata di incredulità e smarrimento, mi chiedevo ossessivamente perché tutto ciò fosse capitato a me ma non ho trovato risposta e questo perché semplicemente non ci sono risposte, come è stato del tutto inutile sforzarmi con le quasi nulle forze che mi erano rimaste per cambiare le cose perché non potevo cambiare qualcosa che non dipendeva da me. Non so descriverle la rabbia, l’angoscia, la delusione, la paura e la frustrazione che ho provato in questi quattro mesi, so solo che per tutti i giorni a seguire da quel giorno in cui mi sono trovata paralizzata per l’incredulità e la disperazione un pugno mi ha colpito costantemente qui, proprio al centro dello stomaco a ricordarmi anche la notte quanto stavo soffrendo. Ci ho impiegato mesi per capire che non avrei cambiato il dolore, la sensazione di essere rotta dentro, il buio che mi circondava, l’angoscia dell’abbandono da me stessa ribellandomi alla realtà che stavo vivendo, quello che era successo era irrimediabile. Per cambiare davvero le cose dovevo cambiare me stessa dall’interno, reagire e non sprecare altra vita, tempo ed entusiasmo perché la posta in gioco era troppo importante, era la mia vita.
 
Così al mio secondo compleanno ne ho aggiunto un terzo che è oggi, la data del compleanno del mio blog. Il cibo è mio compagno fedele da sempre, i miei primi ricordi d’infanzia sono tutti legati al cibo, all’aroma che si spandeva in cucina, in tutte le cucine che sono state casa per me e, complice anche questo periodo di costrizione a casa, ho ricominciato a cucinare e a ricordarmi che dovevo volermi bene. Il cibo mi ha sempre tenuto compagnia, nei grandi momenti di gloria come in quelli della più nera solitudine, e più di un volta mi ha guarito. Ancora una volta è stato l’amore per il cibo a rimettermi in piedi, il richiamo della cucina e della scrittura è tornato a ricordarmi che non dovevo dimenticare i miei obiettivi e le mie priorità, dovevo guarire e tornare ad essere felice.
 
Qualche giorno fa ho trovato in rete la foto qui sopra, si tratta di una scultura di bronzo dell’artista Kristen Visbal che rappresenta la forza delle donne. Guardatela quella ragazzina, così minuta e così spavalda pronta a sfidare qualsiasi battaglia: mi ha subito colpita ed è diventata il simbolo della mia rinascita. E certamente io non sono fatta di bronzo e chissà quante volte davanti a nuove difficoltà, delusioni e prove di coraggio dovrò ancora cadere e trovare la forza di rialzarmi ma questa volta lo farò con meno paura e più coraggio. Da oggi ricomincio da me, non smetterò di inseguire i miei desideri ma senza affannarmi a rincorrere più niente e nessuno. Da oggi decido solo di godermi il viaggio. Buon compleanno Gustorie!