Affrontati singolarmente fanno già il loro
effetto…immaginatevi tre titanici talenti dell’alta ristorazione che preparano
insieme un menu per una serata speciale, al Grand Hotel S. Pietro di Taormina.
I tre bistellati siciliani - Pino Cuttaia, Massimo Mantarro e Ciccio Sultano –
e lo chef Christian Busca, il padrone di casa, seguono ispirazioni e
costruiscono visioni molto diverse tra di loro ma l’effetto finale della cena è
stato un fuoco d’artificio di gusto e senso estetico. Giudicate voi dalla
rassegna qui sotto.
Ciccio
Sultano - Il Duomo, Ragusa Ibla
Verace, da mangiare in dialetto ma al tempo stesso
barocca: così è la Sicilia di Ciccio Sultano, esaltata in piatti dove gli
ingredienti, anche quelli apparentemente incompatibili, si fondono svelando
un’inedita dimensione gustativa. Il Duomo apre nel 2000, aggiungendo arte e
stile alla cornice unica di Ragusa Ibla, e alla prima stella Michelin ottenuta
nel 2004 si affianca appena due anni dopo la seconda. Una lezione di storia ad ogni
boccone svela mescolanze di diverse
culture. Così Ciccio Sultano cancella i confini e conquista con la sua
combinazione perfetta tra magniloquenza aristocratica e inventiva popolare.
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Sgombro mare nostrum con scarpetta di pane di
Castelvetrano,
emulsione di tonda Iblea, polvere di oliva moresca e cialdina di
cappero sciclitano
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Maialino nero dei Nebrodi laccato al carrubo,
salsa di melone di Paceco
e lenticchia di Ustica
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Massimo
Mantarro - Principe Cerami- San
Domenico Palace Hotel, Taormina
Linee nitide al limite della trasparenza
contraddistinguono la cucina di Massimo Mantarro, da oltre vent’anni al
Principe di Cerami di Taormina. Un crescendo di esperienze formative hanno
contribuito a farlo diventare un punto di riferimento dell’alta cucina in
Sicilia, che ha conquistato nel 2008 la prima stella Michelin raggiunta dalla
seconda nel 2012. Le sue variazioni sul tema di capisaldi della tradizione
siciliana hanno il pregio di restituire un’armonia di espressioni gustative
difficilmente eguagliabile. Materie prime esaltate con estro nei grandi
classici come nelle sue interpretazioni personali.
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Calamaro come se fosse un risotto con verde di
cavoliceddi
e salsa al nero di seppia leggermente piccante
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Morbido di pistacchio di Bronte e passito di
Pantelleria, p
rato di genovese e piccoli frutti
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Pino Cuttaia – La Madia, Licata
Da Licata a Torino andata e ritorno, scopre la
passione per la cucina nella terra d’adozione e lì affina il suo talento. La
combinazione con le materie prime della sua terra ed un intuito non comune
hanno fatto il resto e nel 2000 nasce la Madia a Licata. È del 2006 la prima stella Michelin,
seguita dalla seconda tre anni dopo. Una sensibilità profonda e delicata
insieme accompagna l’assaggio dei suoi piatti, svelando l’intima affinità con i
sapori della tradizione e la sua personale inclinazione ludica. Un bianco e
nero da cartolina che ha l’energia dell’esplosione di una splendida Sicilia.
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Baccalà all'affumicatura di pigna condimento
alla pizzaiola
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Tortello in falsomagro
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