Una delle mie più grandi certezze
da bambina erano i miei gusti in cucina. A differenza di adesso non amavo molto
sperimentare e le mie preferenze erano abbastanza abitudinarie. Tra queste
c’era il risotto alla pescatora, mia scelta fissa in tutte le occasioni in cui
si andava a pranzare fuori casa e ancora adesso tra i miei piatti preferiti.
Come adesso, ero però abbastanza critica e notavo se nella ricetta era stato
pesce fresco o meno, se i mitili erano di giornata, se il brodo era un fumetto
leggero che profumava di mare, o, al contrario, un’acqua riscaldata col dado.
Inoltre, nota finale di massimo apprezzamento era una giusta quantità di
passata di pomodoro utilizzata in cottura che esaltasse senza coprire il gusto
del pescato. Crescendo, è stata una delle prime preparazioni in cui mi sono
cimentata, prima osservando mio papà, poi sperimentando una mia ricetta che fa
di questo piatto un mio cavallo di battaglia! Il mio segreto? I diversi tempi
di cottura degli ingredienti e l’utilizzo di ben tre brodi differenti.