Reduce dalla
mia trasferta a San Vito Lo Capo ne ho approfittato per una capatina a Trapani,
città che mi ha ospitato per un breve periodo di lavoro qualche anno fa e dove
ho imparato ad incocciare il cous cous…! Oltre a questo piatto, un’altra
ricetta della tradizione sono le busiate, un caratteristico formato di pasta
dalle origini arabe, come indicato dal nome “bus” che indica la canna di giunco
utilizzata per arrotolare la pasta. Io sono andata a comprarla già pronta in un
panificio del centro ma con un po’ di pazienza potete prepararla anche in casa.
Il condimento tipico è con il pesto alla trapanese con aglio, mandorle,
basilico, pecorino siciliano e peperoncino ma esistono moltissime altre gustose
varianti, dai gamberi e pistacchio alla salsa di pomodoro fresco con melanzane
fritte. In questi giorni casa mia è un fermento per la preparazione delle
conserve di passata di pomodoro e verdure e ne ho approfittato per usare un po’
della salsa con verdure per condire le mie busiate.
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lunedì 28 settembre 2015
lunedì 21 settembre 2015
Make Cous Cous Not War!
San Vito Lo Capo ed il Cous Cous Fest, un connubio di sapori e cultura
che quest’anno festeggia diciotto anni. Da sempre ho partecipato a questo
festival internazionale dell’integrazione culturale, come golosa appassionata
di couscous prima, vincitrice del primo contest Bia nel 2012 (link qui) e
quest’anno come componente della giuria del campionato italiano, insieme alla presidente
Chiara Maci, l’amministratore delegato dell’azienda Bia Spa e gli chef
sanvitesi Rocco Pace del “Crik&Crok”, Giovanni Torrente del “Trinacria” ed
Enzo Battaglia de “La Casa di Enzo”.
Il 19 ed il 20 settembre si è svolta la sfida tra sei chef per
aggiudicarsi il posto nella squadra italiana, capitanata dallo chef Rocco Pace.
Questi i piatti in ordine di degustazione e di giudizio:
Bon bon di seppie ripiene di cous cous e marmellata di mojito di Salvatore Lipari |
"Cous cous alla Norma" di Domenico Della Salandra |
“Viaggio in Sicilia" di Stefano De Gregorio (il piatto vincitore) |
"Cous cous di barena" di Daniele Zennaro |
"Cous cous al basilico con vellutata di zucchine con caponata nebroidea" di Tindaro Ricciardo |
“Citruscous” di Ettore Moliteo |
Per gentile concessione di quest’ultimo, vi lascio di seguito la
ricetta di questo dessert, meno comune delle tradizionali preparazioni salate, innovativo ed accattivante per freschezza e consistenza.
Per lo sciroppo al gelsomino:
1 l
acqua
500 g zucchero
abbondanti fiori di gelsomino
Portare ad ebollizione acqua e
zucchero, lasciare raffreddare lo sciroppo fino al raggiungimento di 60°C e
lasciarvi in infusione i fiori per 48 ore. Filtrare il tutto.
Per il couscous:
200 g couscous Bia
250 g sciroppo al gelsomino
Far bollire lo sciroppo e versarlo
sul couscous, coprire ermeticamente. Lasciar riposare fino al completo
assorbimento del liquido. Appena raffreddato, sgranare.
Per il gelato alla citronella:
800 g latte intero fresco
200 g panna fresca
200 g zucchero di canna
un mazzetto di foglie di citronella
essiccaste
4 g farina di semi di carrube
20 g clorofilla di spinaci
Mettere in infusione le foglie di
citronella con latte e panna per 12 ore.Portare ad ebollizione l’infuso con
lo zucchero ed emulsionare con la farina di semi di carrube. Per accentuare il colore aggiungere
la clorofilla di spinaci ottenuta sbianchendo le foglie, frullandole e
filtrandole. Mantecare il composto.
Per la salsa di gelsi:
400 g Gelsi
50 g zucchero di canna
Far cuocere i gelsi con lo zucchero,
appena la frutta comincia a sfaldarsi, frullare il tutto e filtrare.
Per le scorze di limone candite:
4 limoni
1 l acqua
1 kg zucchero di canna
Tagliare la buccia dei limoni a
listarelle ed immergerle nello sciroppo ottenuto facendo bollire l’acqua con lo
zucchero.
lasciare in infusione per 24 ore.
Per la spuma di ricotta:
400 g ricotta di pecora
80 g zucchero a velo
100 g panna fresca
100 g latte intero fresco
Far
gocciolare la ricotta per almeno 24 ore, Setacciarla e mescolarla con lo
zucchero a velo, il latte e la panna. Versare il contenuto ottenuto in un
sifone e caricarlo con una capsula.
Ancora una volta ad essere premiata è stata la tradizione mediterranea,
anche se una certa innovazione non è passata inosservata.
Qui il link del mio articolo su Cronache di Gusto.
Non solo la gara, ma anche laboratori di cous cous dedicati
ai più piccoli e degustazioni di cous cous.
Chiara Maci durante il suo laboratorio con i bambini |
Luciano Pollini insieme ad un piccolo chef |
L'"aiutante" Andy Luotto |
Piccoli chef al lavoro |
La gara gastronomica internazionale si
svolgerà a San Vito Lo Capo dal 24 al 26 settembre. In gara accanto
all’Italia Brasile, Francia, Israele, Marocco, Palestina, Senegal, Stati Uniti,
Tunisia e per la prima volta le Isole Mauritius.
mercoledì 16 settembre 2015
Il mio Expo, tra difesa della biodiversità, alta cucina e piatti regionali
"Salva la Biodiversità. Salva il Pianeta"! In questi giorni
sto collaborando nello spazio Slow Food ad Expo, un’area dedicata alla
divulgazione della salvaguardia della biodiversità e dei progetti che da anni
Slow Food promuove per la realizzazione di questi obiettivi. Dai 10.000 orti in
Africa, all’Arca del Gusto - che va alla ricerca di prodotti a rischio di estinzione
-, ai Presìdi - che tutelano le piccole comunità di agricoltori, allevatori e
pescatori ed i loro prodotti -, Slow Food pone al centro di tutte le sue
attività ad Expo il motto "Salva la Biodiversità. Salva il Pianeta", perché
solo ripartendo dalla biodiversità e preservandola per le generazioni future
sarà possibile nutrire il pianeta.
L’area Slow Food, 3.500 metri quadri progettata dallo studio Herzog
& De Meuron, si trova all’estremità orientale del Decumano, a fianco della
Collina Mediterranea. Al suo interno, sono ospitati la mostra interattiva
"Scopri la biodiversità", l’area degustazione "Slow Cheese"
e "Slow Wine", che prevede ogni settimana quattro formaggi a latte
crudo e vini in abbinamento ed il Teatro Slow Food che ogni giorno ospita le
esperienze di agricoltori, pescatori, trasformatori e cuochi della rete di Slow
Food e Terra Madre.
Tra gli eventi in calendario oggi anche l’incontro “Alimentazione
vegetariana e spiritualità. L’importanza della scelta del cibo per una
dimensione olistica della vita”, introdotto da Pietro Leeman chef e presidente
di “The Vegetarian Chance”, e con la presenza di Carlin Petrini, fondatore di
Slow Food.
Ma la vera sorpresa è l’orto allestito nello spazio esterno comune
alle tre strutture, un angolo di pace dove rilassarsi alla scoperta di varietà
orticole locali. Per sapere di più sulla presenza di Slow Food ad Expo cliccate
qui.
Alla scoperta degli altri padiglioni e curiosando tra le numerose aree
presenti all’interno di Expo, ho colto l’occasione anche per una sosta gourmet
nello spazio Identità Expo, ideato da Paolo Marchi, curatore di Identità Golose
e dedicato all’alta cucina ed ai suoi protagonisti.
Andrea Ribaldone |
Oltre duecento chef si stanno
alternando nelle cucine di questo raffinato temporary
restaurant mentre i pranzi portano la firma di Andrea Ribaldone, chef dei
Due Buoi di Alessandria e food & beverage director di JSH Hotels Collection,
al quale è stato affidato il ruolo di executive chef e coordinatore della
brigata, con il compito di portare in tavola tutti i giorni il menu del
cosiddetto "fuori orario", quattro portate vini compresi. A questo
link trovate l’articolo completo su Cronache di Gusto e di seguito le foto dei
piatti del menu di lunedì 14 settembre.
Calamari al nero di seppia con crema di piselli |
Carnaroli alla crema di zucca, polvere di amaretti, semi di zucca tostati ed olio di zucca |
Petto d’anatra con fagioli della Val Borbera, olio alla ‘nduja, dadolata di pera e misticanza |
In un’esposizione internazionale ma che vuole raccontare la bellezza
dell’Italia, ho trovato coerente ed apprezzata la presenza di Eataly con i suoi
ristorantini regionali e lo spazio dedicato all’arte, dalle installazioni
dedicate alla biodiversità agroalimentare alla mostra “Il tesoro d’Italia”, a
cura di Vittorio Sgarbi con oltre 100 opere d’arte, per scoprire i grandi artisti
italiani. Vuoi mettere il fascino di gustare una delle migliori piadine della Romagna
dopo avere ammirato Guttuso…?!